Il 13 maggio è stata inaugurata alla Casa dei Tre Oci a Venezia la mostra dedicata a Mario De Biasi; Mario De Biasi fotografie 1947-2003 curata da Enrica Viganò e organizzata da Civita Tre Venezie.
La mostra ripercorre cinquant’anni di attività del fotografo italiano. Una parte della sua carriera fu dedicata all’attività di fotoreport, che lo vide spettatore degli eventi che cambiarono il mondo, a partire dagli anni Cinquanta del Novecento per conto di una testata giornalistica. Un’altra parte del suo lavoro nacque dal suo sguardo di osservatore curioso e temerario che amava esplorare i luoghi dove si trovava a lavorare per ritrarre persone e ambienti.
Questa volontà di scoprire e realizzare ritratti fotografici lo portò a rischiare la sua incolumità fisica tanto da essere soprannominato ‘l’italiano pazzo’. Mario De Biasi assecondò la sua una passione per il racconto di storie e persone, e il desiderio di mostrarcele in ogni angolo del mondo dove la sua attività di fotoreporter l’aveva portato. Fu il primo, tra i giornalisti fotografi italiani, ad essere assunto in all’interno della redazione di un giornale e ci mostrò l’Italia che stava cambiando nel dopoguerra, ma anche i mondi lontani che non conoscevamo. Si mostrò geniale nel suo riuscire ad ottenere sempre lo scatto perfetto, anche da parte di celebrità che ad altri fotografi non avevano voluto concederlo.
L’originalità del metodo di lavoro di Mario De Biasi si può vedere in alcune foto celebri, come quella con la bellissima di Sofia Loren, dove i colleghi fotografi diventano quasi un proscenio corale alla sua foto con l’attrice in primo piano.
Il bianco e nero segnano il percorso delle prime sale, ma lo sfondo dell’allestimento è dedicato ai colori che accompagnano il percorso della mostra; l’azzurro, il giallo del sole, il rosso-arancio per la passione della vita e la curiosità .
Gradualmente anche la fotografia passa al colore, permettendoci di vedere l’evoluzione della tecnica nel corso degli anni e offrendoci i colori intensi di alcuni elementi naturali colti dalla fotocamera in primo piano: una foglia, un girasole.
La casa dei Tre Oci
I Tre Oci è una delle architetture più originali del primo Novecento a Venezia e gode di una vista privilegiata sul Canale della Giudecca e il bacino di San Marco.
Sapevate che la Casa dei tre Oci è stata progettata da un pittore?
L’edificio fu la casa e lo studio di Mario De Maria, il pittore bolognese che dedicò i tre oci, i tre stupendi grandi occhi (le finestre) alla figlia Silvia morta tragicamente nel 1905 e che nell’edificio volle ricordare i familiari rimasti, la moglie e il figlio Astolfo. Mario De Maria fu un pittore molto dotato e autore di una pittura emozionante, purtroppo a Venezia i suoi quadri sono difficili da vedere, si trovano invece esposti a Firenze, Trieste, Parigi e in molte collezioni private.
La Casa dei Tre Oci fu acquistata dalla Fondazione Venezia nel 2000 ed è stata l’amata casa cittadina della fotografia per quasi vent’anni. Sono poche le gallerie private che si occupano di fotografia a Venezia. Alcune istituzioni come la Fondazione Pinault hanno organizzato grandi esposizioni dedicate alla fotografia internazionale , ma sporadicamente o inserite all’interno di altri percorsi di visita.
Ed ora diamo un po’ i numeri come d’abitudine:
La mostra del 2012 dedicata a Elliott Erwitt Personal Best tenutasi ai Tre Oci e prodotta da Civitas Tre Venezia avuto ben 13.000 spettatori secondo quanto dichiarato dal sito della Fondazione Venezia.
Il fondo De Maria comprende più di 100.000 fotografie riguardanti la famiglia De Maria e 2.000 fotografie dell’archivio Italo Zannier. La biblioteca consta di circa 1.200 volumi.
Quale sarà il futuro della Casa dei Tre Oci?
La Casa dei Tre Oci è stata acquistata recentemente dall’Istituto Berggruen. L’istituto Berggruen, la cui sede sede principale si trova a Los Angeles, fa capo a Nicolas, figlio del famoso gallerista e mercante d’arte tedesco Heinz Berggruen. A Berlino si trova invece il museo Berggruen inaugurato nel 2013 che ospita una parte delle opere del collezionista, tra cui opere di Pablo Picasso, Henri Matisse, Alberto Giacometti e Paul Klee.
Forse il modo migliore per concludere queste brevi note è ricordare le parole dette alla conferenza stampa da Silvia De Biasi, la figlia del fotografo.
Si tratta di parole semplici che condensano il pensiero del padre: Mario De Biasi affermava di essere felice quando le persone lo ringraziavano per avergli fatto vedere dei luoghi nuovi.
Nella mostra c’è molto altro, seguitemi per altri aggiornamenti.