Peggy Guggenheim amava l’arte contemporanea, considerava ‘l’arte del suo secolo’ un bene da proteggere e promuovere. Non a caso The art of This Century fu anche il nome dato ad una delle sue gallerie, quella progettata da Frederick Kiesler e inaugurata nel 1942 a New York.
Nella collezione e nella vita di Peggy Guggenheim trovarono posto molti artisti che lavorarono con varie tecniche, apparentemente senza che uno stile o un movimento artistico predominasse sull’altro per una molteplicità di ragioni, legate a momenti particolari della sua vita, alle amicizie nate o semplicemente per ragioni personali come un matrimonio.
Grazie a questo incrocio di avvenimenti, incontri, scelte a volte casuali, a volte ben precise, la collezione Peggy Guggenheim di Venezia è una raccolta di grande fascino, estremamente complessa, perché copre un arco di tempo di quasi settant’anni nel corso del Novecento. Si tratta di un periodo in cui il mondo cambiò profondamente, attraversando due guerre mondiali, varie crisi e presenta artisti provenienti da tre continenti diversi, che sono spesso molto differenti tra di loro, oppure il cui stile mutò nel corso degli anni.
Alcuni di questi artisti si dedicarono a sperimentazioni di modi, tecniche, materiali nuovi nel campo dell’arte e il museo Peggy Guggenheim ne presenta l’evoluzione, basta pensare alle opere di Pablo Picasso o di Max Ernst esposte.
Fu dopo il suo trasferimento nel suo palazzo a Venezia che Peggy Guggenheim incontrò l’arte del vetro di Murano e questo incontro ebbe come protagonista Egidio Costantini.
Chi era Egidio Costantini?
Forse è più facile dire chi non era Egidio Costantini, non era un maestro vetraio, eppure seppe promuovere il vetro di Murano come pochi e far tradurre in vetro le opere dei grandi artisti del Novecento.
La sua famiglia era metà toscana e veneziana ed era nato in Puglia, aveva studiato botanica e lavorato in banca fino all’incontro con le vetrerie di Murano dove iniziò a lavorare come agente.
Affascinato dal vetro di Murano pensò di far realizzare in vetro i disegni e le opere dei maestri viventi. Oggi diamo per scontato che le sculture in vetro degli artisti abbiano lo stesso valore delle opere realizzate con altri medium, alcuni artisti riescono a padroneggiare il vetro, altri lavorano a stretto contatto con i maestri vetrai, ma in quel momento non era così e Egidio Costantini stabilì rapporti duraturi con artisti come Pablo Picasso traducendo in vetro anche disegni di Le Corbusier, Oskar Kokoschka, Marc Chagall e molti altri.
Peggy lo aiutò nel 1961, quando la sua galleria, che fu anche un movimento artistico, La fucina degli angeli si trovò ad attraversare un momento di crisi economica, espose le sue opere nel suo palazzo veneziano per portarle poi a New York. Le opere furono poi esposte anche a Palazzo Ducale riscuotendo grande successo. A Venezia le sue opere furono ammirate anche a Ca’ Pesaro.
Il poetico nome della sua galleria era stato scelto da Jean Cocteau e al movimento aderirono artisti come Marc Chagall e Hans Hartung. Anche Jean Arp fece realizzare in vetro una sua opera da Egidio Costantini, così come Lucio Fontana. La lista degli artisti prodotti dalla Fucina degli angeli di Egidio Costantini è veramente lunga, ma anche il suo successo fu riscosso a livello internazionale, fino al suo trasferimento in terraferma nel 1989.
Egidio Costantini continuò la sua opera fino agli anni Novanta del Novecento, quando creò opere più legate alle sue riflessioni personali.
Morì a Venezia nel 2007.
Nella casa veneziana di Peggy si trovano oggi in esposizione le piccole ventitré sculture blu cangiante che Egidio Costantini realizzò dai disegni di Picasso, i manufatti spiccano contro il bianco del Palazzo Cà Corner della Cà Granda e il verde dell’acqua della laguna nella sala dedicata a Pegeen Vail.
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Fiorella Pagotto