Catalonia in Venice – Biennale 2022
Manca un mese alla fine della Biennale di Venezia e resta il tempo per visitare qualche evento collaterale tra i molti proposti in città, nel sestiere di Castello.
Catalonia in Venice, l’esposizione organizzata dall’Istituto Ramon Llul di Barcellona, occupa l’usuale spazio di un vecchio suggestivo cantiere navale nel cuore pulsante di Venezia.
Per l’edizione della Biennale 2022 Catalonia in Venice ha scelto di presentare l’opera che la giovane artista Lara Fluxà ha concepito come una sorta di ‘organismo vivente’. La scultura vivente di Lara Fluxa è una grande macchina costituita da lunghi tubi di vetro e altri materiali che occupano tutto lo spazio espositivo diventando parte della laguna di Venezia, a cui sono collegati da una lunga struttura esterna.
All’interno dei tubi scorre letteralmente “Il latte dei sogni“, che qui non è più metafora, ma un liquido reale che circola nell’organismo creato da Lara Fluxà. Si tratta di ottocento litri di acqua di laguna che vengono pompati e scorrono continuamente movimentando il fondo della laguna, con i suoi materiali di deposito, in un continuo circolo di liquidi all’interno della grande struttura fatta di tubi e pompe che ci ricorda come la laguna sia essere stessa un organismo vivente da rispettare e proteggere.
Ma questo non è l’unico legame con Venezia, perché Lara Fluxà, che lavora con varie materie, soffia anche il vetro ricollegandosi alla tradizione vetraria di Murano, così come il suo organismo vorrebbe idealmente legarsi ai substrati passati e presenti di Venezia, ricordandoci così che la laguna oltre ad essere viva ed è anche fragile.
La mostra è curata da Orion Fontdevila e sarà visitabile nel luminoso spazio del cantiere fino al 27 novembre 2022.
Questo è il link al sito di Catalonia in Venice:. https://www.llull.cat/catala/home/index.cfm
Questo è invece il link all’articolo del 2021
E il link agli eventi collaterali della Biennale 2024
Welcome Nepal
Per la prima volta il Nepal partecipa alla Biennale di Venezia con un piccolo, padiglione che si trova alla fine di Via Garibaldi a Castello, in Fondamenta Sant’Anna, in posizione un pò defilata rispetto agli spazi tradizionali della Biennale. La stanza nuda della galleria che lo ospita, fatta di semplici mattoni lasciati a vista, era un piccolo cantiere, poi diventato un negozio di alimentari.
L’artista Sherin Nerpa di Katmandu ci porta alcune opere che collegano Venezia al Nepal in Tales of Muted Spirit, una piccola esposizione che combina pittura, scultura e artigianato cercando di promuovere il ritorno della ricerca nel campo dell’arte che spesso nel Nepal viene piegata alle esigenze del turismo locale. Ecco quindi la pittura che rappresenta il Khyung, la mitologica figura divina mezza uomo e mezza uccello, e il telaio dove è tessuto a metà un tappeto di lana e la scultura di bronzo dove decina di mani, piedi e serpenti si incrociano.
Non sappiamo se l’esperienza del Nepal alla Biennale di Venezia continuerà nei prossimi anni, ma ci auguriamo sempre nuove partecipazioni alla Biennale di Venezia, perché la diversità di voci non può che creare ricchezza .
Se vi interessa visitare la Biennale di Venezia contattatemi.
Fiorella Pagotto
fiorellapagotto@gmail.com