Liminal e Pierre Hughey: L’intelligenza artificiale nell’arte
Mentre i nostri occhi erano rivolti alla 60ma Biennale d’arte di Venezia, curata da Adriano Pedrosa, amata, criticata, sviscerata e analizzata in tutti i suoi aspetti, che è un’esposizione di chiaro stampo tradizionale, sia per la scelta degli artisti, che dei medium che essi utilizzano, a poca distanza dai Giardini della Biennale, presso gli spazi della Fondazione Francois Pinault, si teneva ( e si tiene) una mostra che segna veramente il passo tra l’arte di oggi e quella di domani, Liminal di Pierre Huyghe.
Pierre Huguye è un artista francese che vive e lavora negli Stati Uniti e utilizza medium inusuali per le sue creazioni e sperimentazioni artistiche, tra cui l’intelligenza artificiale. L’interesse di Pierre Hughye va dalle forme di vita inanimate a quelle animate, a quelle che vivono di vita propria, come appunto l’intelligenza artificiale, tema sul quale vale la pena di riflettere.
Sul limite, dove stiamo andando?
Potremmo cominciare la nostra analisi partendo dall’etimologia del titolo della mostra, che raramente è così illuminante in una mostra d’arte: Liminal, liminale.
Secondo la definizione dall’Enciclopedia Treccani, liminale, deriva dal latino limen–mĭnis «soglia». Si tratta di quel fenomeno che che in psicologia o fisiologia indica il trovarsi sulla soglia,sul limite, il limine, appunto della coscienza e della percezione. Il titolo della mostra spiega molto di quello che si vedrà all’interno, perchè Liminal è veramente una mostra dove i limiti vengono raggiunti e attraversati, in particolare i limiti fisici della nostra percezione, i limiti del lavoro dell’artista, ampliato e in un certo senso superato dall’intelligenza artificiale che riesce ad andare oltre. Quest’ultima continua incessantemente a produrre immagini e video con l’elaborazione continua di input selezionati e lo fa reagendo agli stimoli dell’ambiente e tra questi stimoli ci siamo anche noi visitatori.
Linimal di Pierre Hughye è una mostra di non facile comprensione, in cui bisogna andare accompagnati e presi per mano da qualcuno in grado di guidarci o preparati a quello che si vedrà, altrimenti si rischia di vagare negli spazi senza capire bene cosa si sta vedendo. Se potete fatevi anche accompagnare fisicamente negli spazi bui delle prime sale dal personale di sala, che tra l’altro è sempre preparato sulle varie esposizioni, perché vi troverete nel buio quasi totale senza punti di riferimento, e questo anche se conoscete perfettamente gli spazi come me. Sarete disorientati al buio davanti ad uno schermo di grandi dimensioni, dove una creatura che ricorda una donna, ma senza volto, si muove e si contorce. Chiedete spiegazioni e prendetevi del tempo per aspettare che gli occhi si abituino al buio, fermatevi a guardare tutti gli altri video con immagini di altissima qualità nelle altre sale.
Forse chiamarla mostra non è neppure corretto, perché in realtà è un’esperienza di condivisione di spazi con delle creazioni artistiche che sembrano vivere di vita propria, e in realtà lo fanno. Si ha l’impressione che Liminal di Pierre Hughye sia viva, e infatti vediamo, appena entrati una donna, la creatura di Pierre Hughye che si muove sullo schermo, che respiri e emetta suoni e luce, e infatti vediamo delle installazioni luminose emettere fumo, musica e soffiare. Le installazioni di Liminal parlano una lingua che noi non potremo mai capire e lo fanno veramente, parlano una lingua che creano loro stesse.
Liminal sarà presentata nel 2025 a Seul in Corea, al Leeum Museum ed è stata una grande opportunità offerta dalla Fondazione Pinault poterla vedere a Venezia durante il periodo della Biennale 2024. La scelta di fare di Venezia, assieme alla Bourse di Parigi, il cuore delle esposizioni della Fondazione Pinault è stata particolarmente felice e l’interesse della fondazione per Venezia è confermato costantemente da un programma di conferenze, teatro, proiezioni gratuito e offerto alla cittadinanza.
Credo che oggi sarebbe veramente difficile immaginare la Venezia dell’arte contemporanea senza la Fondazione Francois Pinault.
Pierre Hughey, Liminal – Punta della Dogana fino al 24 novembre 2024
Venezia, Ottobre 2024
Thomas Schütte 06.04.25 — 23.11.25
Il 6 aprile del 2025 sarà inaugurata a Punta della Dogana la grande mostra monografica dedicata all’artista tedesco a cura di Camille Morineau e Jean-Marie Gallais.
La mostra di Thomas Shütte espone opere dell’artista dagli anni Settanta con opere della Fondazione Pinault e molti prestiti da parte dell’artista e altre istiuzioni.
Alla base della poetica dell’artista c’è la figura umana e le sue deformazioni, ri-conosceremo quindi la tematica che è protagonista delle sue opere, ma con un punto di vista ampliato e approfondito rispetto alle opere vista in precedenti esposizioni a Punta della Dogana.
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