Le esposizioni consigliate a Venezia
Quali esposizioni visitare a Venezia? A qualcuno manca il fervore, l’agitazione che porta la Biennale di Venezia con la sua enorme offerta artistica, con la possibilità di passare intere giornate immersi nell’arte correndo da una mostra all’altra, ammettiamolo, talvolta in modo molto stancante, sono invece molte le esposizioni visitabili a Venezia. Non è solamente durante i sette mesi della Biennale d’arte e di architettura che Venezia diventa uno dei luoghi preferiti da artisti e curatori internazionali per esporre e completare la sua naturale bellezza e cultura, con il valore aggiunto di ospitare anche molte mostre, soprattutto di arte contemporanea, ma l’offerta artistica è sempre ampia. Mentre sta arrivando la primavera, ecco la mia guida personale alle esposizioni che potete visitare a Venezia nel 2025. Questa guida è pensata anche per chi normalmente non frequenta l’arte moderna e contemporanea. L’elenco delle esposizioni visitabili a Venezia verrà aggiornato periodicamente anche grazie alle vostra segnalazioni. Nella lista delle esposizioni da visitare, accanto al titolo è segnalato quelle che sono già concluse.
Esposizioni in musei e gallerie

La strana vita delle cose, Tatiana Trouvé- Palazzo Grassi 6/4/’25 – 4/1/’26 (prossima apertura)
Dopo la partecipazione alla mostra collettiva del 2019 Luoghi e segni a Punta della Dogana e dopo le su esposizioni alla Bourse di Parigi, la Collezione François Pinault dedica una mostra monografica all’artista franco-italiana che si terrà a Palazzo Grassi dal 6 aprile al 4 gennaio del 2026.

THOMAS SCHÜTTE, Punta della Dogana. 6/4/’25- 4/1/’26 (prossima apertura)
La mostra esplora il flusso dei motivi nei lavori principali dell’artista, dagli anni ’70 fino ai giorni nostri. Incentrata sull’eccezionale gruppo di opere appartenenti alla Collezione Pinault (quasi cinquanta sculture) e accompagnata da prestiti dell’artista, oltre a un centinaio di opere su carta, molte delle quali mai esposte prima, la mostra ripercorre, in modo non cronologico, l’emergere delle forme e delle loro variazioni, mettendole a confronto con la pratica del disegno, dell’acquerello e della stampa dell’artista tedesco.
Caricaturali, talvolta maltrattate, sempre toccanti, le figure di Schütte – soggetto centrale delle opere della Collezione Pinault – prendono vita in argilla, cera, ceramica, vetro, acciaio o bronzo, sia come ritratti a figura intera sia come teste di personaggi, pur rimanendo ancorate al disegno. Riconciliando violenza e ingegno, intimità e teatralità, serietà e umorismo, l’universo singolare dell’artista gli ha conferito un ruolo di primo piano nell’arte contemporanea.

About us, Tracey Snelling alla Human Safety Net
Per questa esposizione, visitabile fino al 28 aprile 2025 e per il percorso, sempre percorribile, all’interno della sede della Human Safety Net in piazza San Marco, vi rinvio all’articolo del mio blog che ne parla dettagliatamente.

Giorgio Andreatta Calò, Scultura lingua morta (conclusa)
Chi ha imparato ad apprezzare Giorgio Andreatta Calò durante la sua partecipazione alla Biennale del 2017 all’interno del Padiglione dell’Italia Il mondo magico curato da Cecilia Alemanni, dove l’artista chiudeva l’esposizione con la sua emozionante opera, troverà nell’esposizione, all’ultimo piano del museo Cà Pesaro, tutta la sua poetica riproposta intatta. Giorgio Andreatta Calò forse non è un autore di impatto immediato e richiede quindi attenzione. Sono esposte le bricole/clessidre di materiale riciclato nei primi lavori e le stesse clessidre riproposte in materiale più pregiato, cioè il bronzo, la sua scultura Medusa in dialogo con la bella testa di Medusa di Arturo Martini, per l’occasione fatta uscire dai depositi del museo, dove normalmente riposa assieme ad altre opere.
Il titolo della mostra si rifà ad uno scritto proprio di Arturo Martini, ma vi trovo assonanze anche con uno del poeta Giovanni Pascoli, Un poeta di lingua morta. Il testo di quest’ultimo può essere d’ispirazione come traccia poetica per seguire l’itinerario delle opere che vedrete, perché le opere di Giorgio Andreatta Calò sono spesso legate al mare come la presenza di conchiglie. «Questo mare è pieno di voci e questo cielo è pieno di visioni. Ululano ancora le Nereidi obliate in questo mare, e in questo cielo spesso ondeggiano pensili le città morte. Questo è un luogo sacro, dove le onde greche vengono a cercare le latine; e qui si fondono formando nella serenità del mattino un immenso bagno di purissimi metalli scintillanti nel liquefarsi, e qui si adagiano rendendo, tra i vapori della sera, immagine di grandi porpore cangianti di tutte le sfumature delle conchiglie (…)»
G. Pascoli Un poeta di lingua morta.

Roberto Matta 1911–2002, fino al 23/3/2025
Mi è sempre piaciuto Roberto Sebastian Matta, un artista cileno molto importante per il movimento surrealista e per la portata del suo pensiero e opera molto varia nelle sue espressioni, quanto poco esposto in Italia. L’artista è presente nella Collezione Peggy Guggenheim con un quadro e due disegni e è stato protagonista di un evento collaterale della 56ma. Biennale di Venezia nel 2015 dedicato alle sue sculture, Roberto Sebastian Matta, Sculptures, che si tenne nel giardino del Palazzo Soranzo Cappello. Finalmente si può visitare una sua mostra monografica fino al 23 marzo del 2025 proprio a Venezia al museo di Cà Pesaro. La mostra ospita opere di vari periodi di Roberto Sebastián Antonio Matta Echaurren (il suo nome intero) e spazia dalle creazioni che abbracciano l’esperienza surrealista, a quelle più politiche, assieme alle tematiche che riguardano la guerra, fino ad arrivare alle sculture monumentali. È evidenziato anche il suo giovanile rapporto con l’architetto Le Corbusier (Roberto Matta era anche un architetto), la sua esperienza di designer, il legame con Venezia e l’espressionismo astratto.
C’è poi il breve capitolo dell’amore, rappresentato soprattutto dai tre quadri Todo empiesa con un beso, Dante e Beatrice, Tristano e Isotta, Maria Maddalena e l’Eletto, coppie famose di amanti o meglio di non amanti, dove il bacio, il bacio che forse non c’è nemmeno mai stato, è quasi un divorarsi e compenetrarsi di teste. In fondo anche questo serve a ricordarci che gli amori che fanno sognare, nella letteratura (e forse anche nella vita) sono quelli impossibili .
ACP – Palazzo Franchetti 21-2/27/7-’25


Gli oggetti e le cose pensano in silenzio, Mattia Moreni
Mattia Bruno Moreni fu un artista che attraversò il Ventesimo secolo, aderendo a varie espressioni artistiche. Le sue opere furono esposte molte volte alla Biennale tra gli anni Cinquanta e il 1972, anno in cui ebbe una sala monografica. I 30 dipinti di questa mostra dedicata a Mattia Moreni- molti dei quali di grandi dimensioni – ripercorrono la ricerca dell’artista, dalle sperimentazioni di ispirazione cubista degli anni Cinquanta, attraverso il periodo dell’Arte Informale e il ciclo dei “Cocomeri” – che presentò proprio nella sua sala alla Biennale di Venezia del 1972 – fino a un’ampia esplorazione della fase del suo lavoro, incentrata sugli “Umanoidi”. Con queste opere, a partire dagli anni Ottanta, l’artista porta avanti una riflessione lucida e intuitiva sull’impatto della tecnologia e dell’informatica sulla cultura e sulla vita quotidiana.

Bittersweet–Dolceamaro, Graham Sutherland
La mostra “Dolceamaro” dedicata a Graham Sutherland, definito il Damien Hirst del suo tempo, è organizzata con il patrocinio dell’Ambasciata Britannica a Roma. L’esposizione indaga temi cari all’artista, come la natura e il mondo animale, tramite una selezione di dipinti a olio, acquerelli e litografie scelti dai suoi cicli più celebri, incluso il famoso “Bestiario” creato per i componimenti poetici sugli animali di Guillaume Apollinaire. Le opere di Sutherland, sempre sospese tra realtà e immaginazione, si avvicinano al surrealismo e ci immergono in quello che Francesco Arcangeli ha definito un “disagio magico”, caratterizzato da metamorfosi allusive e dalla tensione tra forze opposte. Queste forze, nel loro equilibrio instabile, creano un “mistero” di cui non si conoscerà mai la soluzione. Entrambe le esposizioni sono curate da Roberta Perazzini Calarota.
Gallerie veneziane
Quali altre esposizioni visitare a Venezia oltre a quelle nei musei? Questo spazio è dedicato alle gallerie d’arte e istituzioni veneziane che sono in stretto rapporto con il territorio.


The Universal form of ONE – Andrea Marchesini
Dal 16 febbraio al 27 aprile è visitabile la mostra dell’artista veronese Andrea Marchesini presso i Cantieri Crea del Contemporaneo (Giudecca). Il titolo della mostra racchiude l’essenza della ricerca di Andrea Marchesini. L’artista accorpa le diverse stratificazioni della realtà nelle sue opere. I lavori abitano lo spazio dell’antica fabbrica veneziana e conversano in maniera seducente con l’osservatore. Tale pratica riflette profondamente la processualità e il linguaggio artistico di un autore in perenne bilico tra personale e universale, persona e maschera, nell’opera, segno e colore ed elementi assemblati.
Entrare nello spazio espositivo significa transitare attraverso un corridoio nel quale una serie di stendardi allestiti in sequenza, immagini, colori e suoni ci catapultano in un mondo intimo e profondo del nostro autore. La disposizione comprende una proiezione video delle opere a tecnica mista, i vari specchi convessi e di varie fogge che dialogano con materiali diversi, formati e grandi formati appesi alle pareti e tessuti etero. La sua ricerca parte dalla tradizione artistica veneta del ‘500 e attraversa varie epoche. L’artista utilizza pittura a olio, acrilico, gesso, smalto, catramina e impasti, immagini incarnate che trasudano il suo mondo interiore e il suo passato familiare, che diventa dimensione universale. La mostra è curata da Martina Cavallarin, con Antonio Caruso e Matteo Scavetta.


Human Gravity, Marignana 23 novembre -1 marzo 2025 (conclusa)
Dal 23 novembre 2024 al 1 marzo 2025 Marignana Arte ospite la mostra collettiva Human Gravity. Il progetto nasce da un’idea di Opiemme, che presenta alcuni dei suoi ultimi lavori realizzati appositamente per l’esposizione. Sono esposti anche lavori di Arthur Duff, fuse*, Aldo Grazzi, Yojiro Imasaka, Silvia Infranco, Alessandra Maio e Quayola, assieme alle opere di Opiemme. In contemporanea alla mostra, lo spazio di Marignana Project ospiterà una personale di Opiemme intitolata Ciò che resta, ciò che cambia. I due progetti si propongono di invitare lo spettatore a riflettere sui temi della desacralizzazione della natura, dell’impatto dell’uomo sul pianeta e della violenza dei processi antropici, ma anche su quelli del valore salvifico dell’espressione artistica come strumento di indagine, riflessione ed espressione della complessa relazione che che lega l’uomo all’ambiente naturale.
Esposizioni in chiese e spazi monastici

Petrae Fidei– Nicola Samorì a San Giorgio Maggiore
Fino all‘8 marzo 2025 è visitabile nell’abbazia di San Giorgio Maggiore la bella mostra di Nicola Samorì. Composta da tre opere in dialogo tra di loro, Petrae Fidei occupa lo spazio della sala del conclave. L’artista riprende una scena con il Martirio di Santo Stefano di Pier Francesco Cittadini, il santo patrono, assieme a San Giorgio dell’abbazia, che ne conserva anche le reliquie. Nicola Samorì si concentra su un particolare del quadro di Vittore Carpaccio attualmente in prestito a Stoccolma, che rappresenta proprio Il martirio di Santo Stefano, per realizzare la sua personale interpretazione del martirio usando il marmo, la tela, i colori per creare un insieme suggestivo e convincente che dialoga perfettamente con il contesto.
Esposizioni fotografiche
Le stanze della fotografia – San Giorgio Maggiore

Robert Mapplethorpe. Le forme del classico 10/4-23/11/2025 (prossima apertura)

Maurizio Galimberti tra Polaroid/Ready Made e le lezioni americane di Italo Calvino 10/4-27/7/2025 (prossima apertura)
Esposizioni collettive di artisti

Arte laguna Prize, Arsenale di Venezia (prossima apertura)
Se vi mancano le esposizioni di grandi dimensioni con molte opere e gli spazi monumentali, potete visitare l’Arte Laguna Prize negli spazi suggestivi dell’Arsenale Nord (Bacini) fino all’8 dicembre. All’interno di tre grandi tese dell’Arsenale Nord sono esposti gli oltre 200 finalisti del bando che ogni anno l’associazione culturale veneziana Moco promuove. Gli artisti che partecipano sono moltissimi e con una tassa di iscrizione possono presentare più opere. Tra questi migliaia di artisti la giuria internazionale seleziona le opere che vedete, e deve aver lavorato un bel po’, visto il grande numero di artisti che si sono proposti, scegliendo i finalisti che verranno esposti all’Arsenale. Lo spazio espositivo è suggestivo e le opere sono selezionate con cura secondo tre categorie; pittura, scultura e design e sono tutte acquistabili nel sito della società collegato a Arte Laguna Prize. Purtroppo non viene stampato un catalogo e per sapere qualcosa di più sugli autori bisogna affidarsi ai codici QR e alle biografie on-line. Per tutte le tematiche e scelta relative all’esposizione, vista la complessità della stessa vi rimando al sito di Arte Laguna Prize, dove fra l’altro potrete anche vedere le foto dei finalisti, se avete perso la mostra del 2024 (16/11-8/12/2024 ).
Nota : Questa lista include e includerà alcune recensioni critiche, suggerimenti e una selezione di mostre veneziane di particolare interesse.
Venezia, febbraio 2025