Albrecht Dürer e la primavera (2)

La popolarità di Dürer

La. grande zolla, Albertina Vienna

Oggi è il primo giorno di primavera e dedico il mio blog ai fiori, soprattutto ai fiori dipinti, in particolare a quelli del pittore rinascimentale che meglio ha rappresenta la semplicità dei fiori primaverili, cioè Albrecht Dürer e i suoi acquerelli dedicati alla natura. Albrecht Dürer fu un pittore intelligente e abile nell’utilizzo dell’incisione come mezzo espressivo (questo link in rosso è all’articolo dedicato a Jacopo de’ Barbari e l’incisione) e di divulgazione delle sue opere. Le incisioni permettevano una maggiore popolarità, ma è stato anche un pittore molto studiato di cui esiste una vasta bibliografia.

Se volessimo misurare la popolarità del pittore Albrecht Dürer, potremmo farlo considerando il numero di libri a lui dedicati disponibili in una biblioteca. Prendiamo, ad esempio, quella in cui sto scrivendo, una biblioteca specializzata in storia dell’arte e delle arti in generale. Guardandomi intorno, ho contato 149 volumi dedicati al grande artista tedesco. Per fare un confronto, i libri che trattano uno dei massimi scultori del Rinascimento italiano, Donatello, sono 48. Va detto che alcuni testi potrebbero essere catalogati diversamente, come accade con le monografie incentrate su singole opere dello scultore fiorentino, ma lo stesso discorso vale anche per Dürer. Questo semplice dato dimostra quanto sia stata straordinaria la diffusione dell’opera di Dürer, soprattutto a partire dai primi del Novecento. La vasta produzione di opere a stampa lo ha reso incredibilmente popolare, permettendogli di raggiungere un pubblico più ampio rispetto ad artisti forse meno accessibili o percepiti come più ‘elitari’, come Donatello.

La natura in Dürer: acquerelli come mezzo di conoscenza

Si potrebbe dire che anche gli acquerelli di Dürer ci rappresentano ‘un altro mondo’, ma questo universo pittorico è molto più vicino a noi rispetto alle incisioni per via dei valori atmosferici degli acquerelli, per l’immediatezza con cui Dürer coglie gli elementi naturali; piante, fiori, erba, animali, o semplicemente una zolla erbosa. Sono dipinti con pennelli sottilissimi.

La grande zolla erbosa è uno degli acquerelli più celebri e riprodotti di Albrecht Dürer. Provate ad andare in un prato, fotografate una zolla di terra e confrontatela con il disegno riprodotto qui. Somigliante, vero? E ancor più impressionante se pensate che state osservando un’opera realizzata cinquecento anni fa.

Provate a raccogliere una primula, se riuscite a trovarla – e dovreste, perché le primule sono tra i fiori più comuni e i primi a sbocciare. Cercate una peonia selvatica, un giaggiolo o un martagone. Sebbene possano sembrare nomi complicati, si tratta di fiori altrettanto comuni. Ora osservate le foto a confronto.

Albrecht Dürer, in quanto artista affrontava il suo lavoro con curiosità, desideroso di conoscere e imparare; i suoi acquerelli non sono solo opere d’arte, ma strumenti di conoscenza che trasmettono sulla carta l’esperienza e l’osservazione diretta dell’artista.

L’intelligenza artificiale come creatrice di arte?

E se decidessimo di divagare e riflettere sulle creazioni dell’intelligenza artificiale su cui si stanno sviluppando varie riflessioni?

Confrontate questi dipinti emozionanti con le immagini generate da un’intelligenza artificiale e vi renderete conto dell’abisso che ancore esiste tra le due visioni della natura. Il dibattito sull’arte creata dall’uomo e quella dell’intelligenza Artificiale è acceso e aperto. L’intelligenza artificiale crea mescolando immagini esistenti e utilizzando calcoli per farlo, apprende dalle immagini con cui è ‘addestrata’, ma senza partire da osservazioni proprie. Le sue creazioni, dunque, derivano non dall’esperienza diretta, ma da quelle degli altri.

Per quanto si avvicinino sempre di più a noi, le immagini generate dall’intelligenza artificiale sono ancora lontane dall’evocare la naturalezza che traspare dal lavoro dell’artista, il quale sperimenta con una maestria unica nella tecnica. Probabilmente è qui che risiede la grossa differenza tra una qualsiasi creazione artistica umana, come gli acquerelli di Dürer, e l’intelligenza artificiale.

Forse un giorno esisteranno intelligenze – preferisco usare il plurale – capaci di copiare la realtà e interpretarla. Nel frattempo, godiamoci i fiori. Buona primavera!

21 settembre 2025

Nota: Per qualche riflessione sull’evento espositivo più significativo che si è svolto a Venezia con opere create (anche) dall’intelligenza artificiale vi rimando al blog dedicato a Pierre Hughey del 2024. Punta della Dogana, Le esposizioni